La Bestia del Gevaudan

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Legacy
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La Bestia del Gevaudan

Tutto cominciò nel 1764, quando venne assalita una bambina nel bosco di Merçoire, presso Lagnogne. Riuscì a sfuggire, e fece una descrizione accurata della belva.

Da allora la regione del Gévaudan fu assalita da continui attacchi. Le poche persone che riuscivano a sfuggirle, tra cui una bambina di nome Jean Denis, impazzirono per lo shock: altre, come una donna di quarantacinque anni, furono pure sfigurate. L’otto ottobre dello stesso anno, due cacciatori spararono quattro colpi durante una battuta di caccia, ma il mostro riuscì a sfuggire.

È palese il riscontro con la rabbia. Infatti, questa malattia, rende insensibili al dolore. Senza sosta, gli diedero la caccia prima un reggimento di Dragoni a cavallo, poi il più celebre cacciatore di lupi della zona. Sterminarono centinaia e centinaia di lupi, ma la furia della belva non si placò.

Venne accusato di licantropia un certo Antoine Chastel, il quale venne incarcerato assieme alla sua famiglia. Il 21 giugno del 1765, venne ucciso un ragazzo di 14 anni, e nello stesso giorno venne sbranata una donna di 45, e una bambina di cui non trovò più traccia. Chastel venne liberato. Il problema arrivò all’orecchio di Luigi XV, il quale incaricò il suo archibugiere di corte, Antoine de Beauterne, di uccidere la bestia. Antoine tornò alla corte col cadavere impagliato di un lupo enorme: misurava quasi due metri, ed era eccezionalmente massiccio.

Ma le aggressioni si susseguirono senza sosta, e il Re, per nascondere lo smacco, ordinò che le notizie al riguardo fossero censurate. Non si conosce il numero esatto delle vittime della bestia, ma gli storici sono sicuri che il numero si aggiri attorno al centinaio. Cento persone sbranate da una belva. Non si sa che fine abbia fatto la bestia, se sia morta in una delle battute di caccia, o sia morta di rabbia; ma si narra una leggenda, secondo la quale il 19 giugno del 1767, partecipò a una battuta di caccia Jean Chastel, padre dell’uomo accusato di licantropia. Chastel preparò in precedenza una pallottola d’argento, ottenuta fondendo un crocefisso con raffigurata la Vergine, e poi fatta benedire. Poi si sedette sui gradini della chiesa, aprì un libro di preghiere, e attese. La bestia arrivò incalzata dai cani. Chastel, continuando a leggere, alzò la canna del fucile, e fece fuoco.

“Ora non ucciderai più!” avrebbe urlato Chastel. Si dice che nel luogo dove la bestia cadde, non cresca più l’erba.

Da questa storia è stato tratto il film IL PATTO DEI LUPI.

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